Cecilia

Il racconto e le foto di Cecilia del concerto di Bergamo

Racconto:

Premessa

Allora, come iniziare a raccontare questa cosa? Direi che per prima cosa mi presento: sono Cecilia, ho 22 anni e vengo da Verona.
Elijah Wood l’ho conosciuto, come la maggior parte delle persone, grazie al Signore degli Anelli, quasi dieci anni fa quando ero ancora una pivellina, ma mi ha subito colpito moltissimo e da quel momento ho seguito tutti gli sviluppi della sua carriera e della sua vita, apprezzando le sue scelte e il suo percorso artistico. Penso sia l’unico artista che io ammiri così tanto, non sono mai stata una fangirl impazzita di attori o cantanti, ma per lui ho un debole inspiegabile, non lo so, mi sento un sacco legata ad Elijah. Ed è per questo che quando ho scoperto per caso che suonava con il progetto Wooden Wisdom a meno di due ore da casa mia, ho deciso che dovevo esserci. Assolutamente. A costo di superare la mia paura delle autostrade (sono ancora neopatentata, capitemi 🙂 ) e dei lunghi viaggi da sola.
Ho comprato le prevendite dei biglietti su internet due giorni prima per me e mia cugina Lucia che all’ultimo si è offerta di accompagnarmi in questa follia pur non essendo una fan sfegatata. (Grazie Luci Siamo arrivate verso le 18 a Bergamo, abbiamo trovato Piazza Carrara e visto che l’inizio dell’evento era previsto per le 19 e l’arrivo di Elijah alle 21.30, abbiamo approfittato per cercare di capire se lui era già nei paraggi, ma nessuno sapeva nulla purtroppo. Nella piazza c’era ancora poca gente seduta sul prato sotto il palco allestito di fronte all’Accademia di Carrara, così abbiamo deciso di mangiare qualcosa e informarci su dove cambiare le prevendite in biglietti. Durante la nostra ricerca di cibo, siamo state fermate e intervistate da una ragazza del Corriere che voleva saperne di più sul nostro Elijah, così ho potuto esprimere tutto il mio apprezzamento per lui alla stampa (ohoho, che imbarazzo!).

A un certo punto ci hanno detto di uscire dalla piazza, che sarebbe stata chiusa, e metterci in coda agli ingressi perché dovevano fare entrare solo chi aveva i biglietti o le prevendite. Erano le sette e ancora non c’era molta gente, la coda è andata avanti in fretta e ci siamo trovate dopo un po’ di nuovo in piazza dove i Bond Street djs (che introducevano la serata) avevano iniziato a suonare. Ci dicono anche che i Wooden Wisdom arriveranno alle 21.30, così ci rilassiamo un po’ sul prato e aspettiamo che la lunghissima coda per entrare alla pinacoteca (il biglietto includeva anche la visita della mostra all’interno) si accorci un po’ (alla fine non siamo riuscite ad entrare perchè c’era davvero troppa gente e non volevamo perdere la nostra postazione sotto il palco). Abbiamo aspettato ancora e la piazza ha cominciato ad affollarsi, ma nessuno sembrava troppo agitato, così non abbiamo nemmeno pensato di piazzarci più vicine al palco perchè pensavamo che sarebbe stato tutto molto tranquillo come avevo sentito dire di Ravenna.

Ore 21- L’inizio vero e proprio

Verso le nove comincio a sentirmi parecchio emozionata e a guardarmi intorno per cercare di capire da dove e come Elijah possa arrivare sul palco, ma non faccio in tempo a capirci qualcosa che all’improvviso (probabilmente qualcuno ha visto arrivare la macchina da lontano) tutti si alzano in massa per accalcarsi attorno al palco. Io e Lucia, colte di sorpresa,facciamo subito lo stesso senza ben capire dove andare, mentre la macchina di Elijah arriva dal lato destro della piazza sommersa dalle persone che si accalcano attorno al veicolo strillando.

La gente spinge, grida, sembra impazzita e io non riesco a vedere un tubo di niente bassa come sono. Cerco di avvicinarmi il più possibile al palco e mi ritrovo piuttosto vicina quando dietro la consolle sbuca Zach Crowie, l’amico dj che forma insieme ad Eli i Wooden Wisdom, che saluta tutti e inizia ad armeggiare con l’attrezzatura da dj. La gente applaude, ma pochi secondi dopo sento un vero e proprio boato. E’ per Elijah che sta salendo da un lato del palco. Ommioddio. Mi metto in punta di piedi, spiaccicata tra la folla, nel caldo incredibile senza riuscire a vederlo, mi sento il cuore a mille perché solo in quel momento realizzo seriamente che lui è lì, a pochi metri da me, nascosto dalla consolle. Proprio lui in carne, ossa, occhi, camicette psichedeliche e tutto!

Cerco di farmi largo ignorando il sudore che mi cola ovunque e le ciabatte che sto perdendo, tento di guardare oltre la gente davanti a me, mentre un gruppo di ragazzine di fianco a me urla in continuazione:”Frodooo!” con mio grande fastidio, ma non lo vedo perché è ancora sul fondo del palco a preparare i vinili e quindi resta coperto dalla consolle e il cartellone davanti al palco. Che tensione, che ansia! Se fossi in un film ci sarebbero rulli di tamburo e una colonna sonora piena di suspense in questo momento. Finalmente, dopo un po’, eccolo che sbuca a salutare e riesco a intravederlo: Elijah sorride, fotografa il pubblico, poi si muove a ritmo di musica tutto concentrato sui dischi e io lo fisso senza riuscire a crederci. E’ come vedere un vecchissimo caro amico che conosci perfettamente da sempre, ma che allo stesso tempo non hai mai visto prima e quindi è stranissimo e bellissimo ed emozionante e, insomma…non capivo più niente.

La serata entra nel vivo e i Wooden Wisdom con un altro dj (dj Fitz) iniziano a suonare veramente e tutti ballano e urlano esaltatissimi. Io e mia cugina decidiamo di tentare la scalata verso la prima fila spintonando un po’, ma alla fine mi trovo davanti una stangona bionda da un lato e un energumeno sudatissimo dall’altro,così decido di fermarmi e godermi la vista di Elijah che balla e si diverte un sacco bevendo, fumando e mangiando caramelle Haribo da un sacchettino rosa. E’ proprio bello dal vivo. A volte qualcuno tra il pubblico lo chiama e lui saluta, ride e cerca di rispondere a gesti. <3 Una ragazza in prima fila ha un cartello enorme su cui c’è scritto “Elijah, may i have a photo with you?” e lui continua a guardarla e scusarsi perché la sicurezza gli impedisce di avvicinarsi a bordo palco o di scendere tra il pubblico…è adorabilmente dispiaciuto.
A un certo punto, a metà della serata, io e Lucia notiamo che spesso si sposta ai lati del palco a fare autografi e stringere mani, così decidiamo di tentare e lasciamo la nostra postazione per aggirare il palco.
Ci intrufoliamo tra la folla e finalmente raggiungiamo il bordo destro del palco, appena sotto la consolle, dove posso avere una bellissima visione di Elijah, Zach e gli altri dj da vicinissimo..sono superfelice, ma la mia enorme sfiga vuole che, proprio nel momento in cui ci siamo spostate, Elijah decide di andare davanti al palco (dove eravamo primaaaa, porca vacca! ) a farsi abbracciare dal pubblico e a tirare sul palco la ragazza dello striscione. Invidia? Tanta. Ma allo stesso tempo sono contenta per quella sconosciuta e per l’ennesima prova di quanto Lij sia una persona altruista e amorevole! L’ha fatta sedere insieme a lui così che ha potuto farsi una foto, poi ha firmato qualche autografo finché non è stato costretto a tornare al suo posto dal bodyguard.
La musica e il divertimento continuano ed io mi sento così in pace con il mondo, cosi persa a guardare quella persona che stimo cosi tanto, che mi dimentico praticamente di fare foto o pensare a farmi fare autografi vari. Volevo vivere il momento, non attraverso lo schermo del telefono o sbracciandomi per un autografo..mi bastava uno sguardo, un contatto reale con lui, era quello che volevo.
Lucia però giustamente continua a spronarmi e dirmi di farmi notare perché:”Cecy se non torni almeno con un autografo ti picchio!”, e comunque, bassa come sono, Elijah non mi vedrà nemmeno tra la folla se continuo a starmene ferma, così mi faccio venire in mente un’idea magica: tiro fuori il quaderno per l’autografo e ho scrivo meglio che posso: “Hobbit size girl down here! Autograph?” accompagnato da una freccia che indica verso il basso. So che è una battuta un po’ stupida, ma almeno è originale e spero venga notata, visto che accanto a me nessuna ha cartelli o strisciono, al massimo foglietti su cui si legge solo “i love you” o “frodo”. (Ah, tra parentesi, c’era un cartello bellissimo vicino al palco con scritto “JONFEN S.FUR”, stima a chi l’ha scritto!) Così comincio a tenere sollevato il quadernino facendomi venire un crampo al braccio, ma sembra che Elijah non abbia più intenzione di tornare dal nostro lato 🙁 A un certo punto però lo vediamo spostarsi verso di noi per bere un po’ d’acqua e ommioddio. Lancia un’occhiata verso il mio quaderno sventolante, si ferma, aggrotta la fronte leggendo la mia pessima battuta e ride. Ride, ragazzi.
Mi giro verso mia cugina per essere sicura che anche lei abbia visto e lei ha una faccia esaltata che mi conferma il tutto.
“Ceciii, ha letto il tuo cartello, hai vistoo?” Dice scuotendomi per le spalle. “Sicura? ” “Siii, ha riso! “
Boom, day made. Ero già felice così.
Mi metto a ridere a caso come una scema e non so, mi sento super carica e con uno slancio di energia scavalco un po’ di gente, salgo su dei cavi arrotolati e mi aggrappo alla ringhiera del palco proprio mentre Elijah si avvicina a firmare autografi. Lucia mi strappa il quaderno di mano e si lancia all’attacco, io infilo la testa sotto la ringhiera e fisso Eli dal basso come uno gnomo inquietante, toccandogli piano il ginocchio in uno stato di euforia. Non ero molto lucida su cosa stavo combinando, quello che volevo era non essere una pazza urlante e invadente e avere almeno uno sguardo, un saluto..qualcosa, ma con la folla in delirio Eli chiaramente manco si accorge della pincopallina che gli accarezza il ginocchio (mi faccio ridere da sola ripensando alla scena), anche perché lui stesso sembra traumatizzato da tutta quella gente e ha un’espressione meravigliata e confusa mentre cerca di tenere a bada tutti quei fogli e telefoni e gente che lo tira per le braccia.

Passa meno di un minuto ed Elijah è di nuovo alla consolle e io mi ritrovo improvvisamente in mano il mio quaderno con una bellissima firma. Mia cugina ce l’ha fatta e io non posso crederci di avere un vero autografo! Mamma mia! La ringrazio mille volte, poi torno alla mia arrampicata sul palco perché, visto che la serata sta terminando, ho deciso di avvicinarmi alle scalette da dove spero scenda per tornare alla macchina. Arrampicandomi letteralmente sulla ringhiera raggiungo la scaletta e mi piazzo in piedi in un punto super strategico: sono praticamente sopra il palco, separata da Elijah e gli altri solo da una ringhiera.Il bodyguard mi guarda, ma probabilmente non ho un aspetto minaccioso perché mi lascia lì. Io sono carichissima: se Elijah scende da qui non può non vedermi. Voglio la mia stretta di mano.

Ore 23 – Caos e felicità

Verso le 23 e qualcosa vedo Elijah che torna sul fondo del palco e rimette a posto i vinili nella sua valigetta. Mi rendo conto che un’auto si è parcheggiata sotto di me…sta per scendere dalla nostra parte! Si avvicina e io mi sporgo il più possibile e agito le mani per salutarlo con un sorriso enorme che non riesco a trattenere, lui mi guarda velocemente e io già faccio un mini infarto. Poi si avvicina per cercare di scendere dalle scale e praticamente resta bloccato dalla folla proprio di fianco a me, tipo a due centimetri, così che posso appoggiargli la mano sulla spalla (lasciatemi qui per sempre appoggiata alla sua spalla sudaticcia, ahhh…)e aspettare che si volti(stava firmando altri autografi).
Poi è successo. Mi ricorderò sempre la scena al rallentatore: Elijah si alza dopo aver firmato un autografo, io più gentilmente possibile tamburello sulla sua spalla per chiamarlo, lui si gira, mi guarda un po’ spaesato cercando automaticamente il foglio da firmare o la foto da fare, io lo guardo, sorrido, gli tendo la mano e urlo: “Can i just shake your hand?”, allora lui capisce, sorride un po’ stupito e ci stringiamo la mano. Io sorrido e basta più felice che mai, lui mi guarda e dice qualcosa che non sento a causa della musica altissima(credo abbia detto:”nice to meet you” o una cosa simile) alzando le spalle, con un’espressione come per dire: “scusa, ma devo scappare, non dipende da me”, alzando le sopracciglia e continuando comunque a sorridere. A me viene spontaneo dire: “It’s ok! Thank you so much!” e lasciarlo andare a malincuore, ma continuando a tenere la mano sul suo braccio, finchè non scende i gradini e viene scortato alla macchina.
In quel momento, con l’adrenalina a mille, mi butto in mezzo alla gente, perdo di vista Lucia e raggiungo la macchina per guardarlo mentre tenta di salire abbagliato dai fotografi e un po’ sconvolto da tutta la gente che lo pressa contro l’auto. Mi fa un po’ pena, non sembrava pronto a tutto quel casino..se è per quello nemmeno io me l’aspettavo. Purtroppo mi ritrovo dal lato opposto della macchina rispetto a lui, ma sono proprio incollata al finestrino e lo vedo salire dietro insieme a uno dei dj. Sembra troppo un cucciolo lì dietro, con quegli occhi sgranati, mentre continua a fissare tutta la gente che batte sul finestrino e blocca completamente l’auto. Sembra anche un po’ preoccupato e continua a dire: “Wow!” voltandosi verso il dj in macchina con lui. Io resto lì appiccicata al vetro anche perché non posso muovermi e, dato che ci sono, faccio toctoc sul finestrino finché non ri ottengo la sua attenzione e, bo, è stato super bello perchè lui mi guarda, io lo saluto con la mano e lui pure, poi fa una faccia buffissima, come a dire: “ommioddio, e adesso come si fa ad andarsene?”. Io alzo le mani scuotendo la testa per fargli capire che mi spiace ma non so proprio come aiutarlo (ahaha, chissà cosa avrà capito!). A un certo punto dal mio lato arriva Zach Cowie e nessuno si sposta di un centimetro per farlo passare così decido di aiutare nel mio piccolo, visto che sono attaccata alla portiera, apro le braccia e cerco di far stare indietro la gente urlando: “Dai ragazzi, fate passare!” (Ho un fututo da bodyguard, i know.) Mi dispiace vederli lì bloccati dal delirio della gente, anche se non vorrei che se ne vadano.
Montati tutti in macchina, finalmente la gente si sposta e l’autista riesce a fare manovra, così io decido di muovermi in anticipo e andare piazzarmi sulla strada dal lato destro, dove avrei trovato il finestrino di Eli, e in pochi secondi la macchina arriva vicina a me, andando a passo d’uomo. Io mi trovo di nuovo di fronte ad Elijah praticamente da sola perché tutti gli altri si trovavano dietro la macchina oppure hanno già perso interesse e si sono fermati sotto il palco. Di nuovo agito la mano sorridendo e inseguendo l’auto che piano piano accelera, Eli mi risaluta facendo a sua volta “ciao ciao” dal finestrino e ridendo di me che avevo cominciato a saltellare come un capretto per stare al passo con loro.
La macchina va sempre più veloce e io mi fermo con un sorriso che non finisce più a guardarla andare via.

A distanza di 3 giorni non posso ancora crederci. Elijah è una persona davvero unica e non so cosa darei per poterlo rivedere in un occasione più tranquilla. Dopo questa esperienza sono ancora più convinta che meriti tutto il meglio del mondo, è davvero un ragazzo, anzi, un uomo speciale e mi auguro per lui tutta la felicità possibile immaginabile. Spero e sono convinta che le nostre strade si incontreranno ancora, ma fino a quel momento, buona fortuna Elijah, avrai sempre uno spazio speciale nel cuore di una piccola fan saltellante e arrampicatrice. Grazie. ♡

Cecilia


Foto:

Bergamo 2015 ] [ Elijah Wood IN Italy ]